Chi apre la porta di una scuola

chiude una prigione

Victor Hugo

RICOMINCIO DA QUI...

Studio e lavoro in carcere, primi passi verso una nuova libertà

Reportage sulle attività didattiche e lavorative nel carcere di Pesaro e di Macerata Feltria

 

Entrare in questo mondo, varcando le pesanti porte di metallo che lo tengono separato da quello degli uomini liberi, mi ha permesso di conoscere una realtà di cui ci si interessa troppo poco. Oltre il muro grigio dell’istituto i destini di uomini e donne si intrecciano formando un’intricata matassa di speranze, impegno e sofferenza. Per alcuni di loro il miraggio di una nuova vita resterà tale ma per altri, si spera sempre di più, può trasformarsi in fatto concreto. I primi passi di questo lungo cammino verso una nuova libertà sono lo studio e il lavoro. Con le mie fotografie cerco di raccontare questo aspetto della vicenda: la volontà di scontare la pena in modo proficuo, affinché questa non diventi un inutile periodo di amaro far niente, ma un intervallo fra due vite diverse, un momento più o meno duraturo di crescita umana e professionale capace di restituire al mondo esterno un individuo nuovo piuttosto che un “delinquente” solo un po’ più vecchio.

 

Immagini scattate fra maggio e giugno 2009 che raccontano il coinvolgimento dei detenuti, e naturalmente del personale dell’istituto, nelle attività educative e di reinserimento che si svolgono all’interno del carcere di Villa Fastiggi: corsi scolastici, attività di falegnameria, teatro, socializzazione e altro ancora. Un caso del tutto “anomalo” nel panorama detentivo del nostro paese è quello della casa mandamentale di Macerata Feltria (che dipende dall’istituto pesarese) all’interno della quale è nata una vera e propria azienda agricola per la produzione e la vendita di piante ornamentali e di miele. Circa quindici detenuti, in questo caso, si occupano di coltivare e vendere al pubblico i prodotti della terra. 

 

LE FOTO